A voi il mio primo “video tutorial” in cucina!!

Una nuova ricetta che adoro perchè senza glutine, ma super gustosa!!!

Non sono nè allergica nè intollerante, solo mi sento meglio se lo evito..

Di seguito due ricette molto simile alla mia. Spero comunque i video vi saranno sufficienti per prendere spunto e mandarmi i risultati dei vostri piatti!!

https://www.oggi.it/cucina/ricetta/petti-di-pollo-alla-mozzarella/

https://www.galbani.it/ricette/scaloppine-con-asparagi

  • 6 persone
  • Facile
  • 25 minuti
INGREDIENTI:
  • 6 fette di petto di pollo
  • 300 g di asparagi
  • 100 g di speck
  • 6 Fette alla Mozzarella Santa Lucia Galbani
  • 1 noce di burro
  • farina q.b.
  • olio extravergine d’oliva q.b.
  • sale e pepe q.b.
  • formaggio grattugiato (facoltativo).

PRESENTAZIONE:

Le scaloppine con asparagi sono un secondo piatto di carne semplice e molto gustoso.

Gli asparagi sono ortaggi molto utilizzati nella cucina italiana. Nelle preparazioni più semplici vengono conditi con burro e parmigiano o in una miscela di sale, olio e aceto. Ma sono anche validi protagonisti di zuppe e risotti.

Per la ricetta di oggi li abbiamo scelti per accompagnare delle tenere fettine di petto di pollo.

A contrastare il loro retrogusto leggermente amarognolo c’è l’aroma deciso dello speck. Una sorprendente esplosione di sapori!

Provate le nostre deliziose scaloppine con asparagi.

E per un tocco in più, aggiungete anche voi delle filanti Fette alla Mozzarella Santa Lucia.

PREPARAZIONE:

Per realizzare le scaloppine con asparagi, innanzitutto lavate gli asparagi, eliminate la parte più dura del gambo e cuoceteli al vapore per qualche minuto.

Una volta raffreddati, tagliateli e rondelle e conditeli con sale e olio.

Battete le fette di petto di pollo con un batticarne. Quindi passatele nella farina, avendo cura di eliminarne l’eccesso.
In una padella antiaderente, fate sciogliere una noce di burro e cuocete la carne su entrambi i lati, regolando di sale e pepe.

Aggiungete su ognuna una Fetta alla Mozzarella Santa Lucia, una fetta di speck e un cucchiaio di asparagi. Infine, coprite con un coperchio per un paio di minuti.

Se vi piace, prima di servire le scaloppine con asparagi spolverizzatele con una manciata di formaggio grattugiato.

Buon appetito!

Cosa cambiereste?
Lasciate i vostri commenti, sono curiosa!! 🙂

Questo benedetto Coronavirus sta mettendo in grossa difficoltà emotiva tutti, anche una sempre pronta a lottare per sorridere come me!

è sicuramente una combinazione di fattori.. Fatto sta però che mi manca come non mai il mio papà e il pensiero di non rivedere la mia Famiglia e soprattutto Mamma per così tanto tempo mi fa mancare veramente il respiro.

Ci sono mattine che mi sveglio con un macigno sul Cuore e momenti della giornata in cui vedo solo nero.. ma questa non sono io! e non voglio essere io!

Sono stata cresciuta con tanto Amore e Sorrisi e questo voglio continuare a essere.

Il Destino o il Cielo o chi per loro.. è intervenuto per alleviare le tristezze e i miei mal di cuore.. facendomi conoscere nuove preziose pazzesche Amiche! Quelle che si svegliano piene di energia bella e non fanno altro che condividerla, sono contagiose!

Con due di loro in particolare, Laura and Rowen, ho passato gran parte del mio tempo la scorsa settimana: un fantastico Hiking a Makapu’u Lighthouse (di cui racconterò in un altro post) e la pazza fotonica unica entusiasmante avventura di Skydiving!

Me lo hanno proposto il venerdì per il sabato.. all’inizio ho detto “bo, non lo so, non credo, ho troppa paura”, poi ho deciso intanto di unirmi al gruppo e poi decidere lì per lì.

Il loro gruppo di amici è davvero coinvolgente, affettuoso e di supporto.

Erano tutti e cinque super convinti, sicuri e ansiosi di volare. Io ero lì che ancora non sapevo se buttarmi o meno..

Allora ho cercato di concentrare tutta me stessa solo sugli aspetti positivi che avrebbe avuto lo skydiving per me:

  • sono attività che si possono fare solo in determinate località e quindi non saprei quando mi potrebbe ricapitare questa occasione
  • se qualcosa andasse storto, meglio morire in una divertente attività che per colpa dei maledetti tumori o in un incidente per strada (basta vedere le percentuali di morti)
  • parte di un gruppo super entusiasmante e incoraggiante
  • salire così in alto nel cielo (4.500 metri) mi farà sentire la sensazione di essere di nuovo vicina vicina a Papone mio

Siamo stati in attesa per quasi tre ore e allora ogni volta che la mia mente andava a finire in qualche angolo buio e negativo, subito cercavo di riportare il mio cono dell’attenzione (ve ne parlerò volentieri se lo vorrete) su quella benedetta lista!

Inutile negare quanto abbiano aiutato qualsiasi attività o chiacchiera ci siamo inventati per ingannare il tempo.. lo stretching, l’aperitivo con il thè giapponese e i biscotti al burro di arachidi, l’interrogazione sui posti simbolici italiani da parte dei portoricani..

Arrivato poi il momento di lanciarsi dall’aereo.. ancora cercando di tenere il cono di attenzione su tutt’altro.. cercando di vedere Papo tra le nuvole.. ho spiegato al mio istruttore che avrei tenuto gli occhi chiusi al momento del lancio.. (soffro di vertigini e mi impressionano le altezze) e così ho fatto.. li ho aperti subito dopo.. in piena caduta libera tra le nuvole!

Ok.. questa parte non saprei proprio come spiegarvela a parole.. Spero foto e video lo faranno per me!

Buona visione,

con affetto.

La vostra Tedeschi del cuore.

 

Un pazzo, intenso skydiving alle Hawaii. Esperienze. Amici. Oahu. Follia. Brividi.

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Un pazzo, intenso skydiving alle Hawaii. Esperienze. Amici. Oahu. Follia. Brividi.

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Nella mia vita il lavoro non lo posso considerare un sogno realizzato, perché io avrei preferito fare altro dove avrei potuto mettere molto di più dell’entusiasmo che ho caratterialmente; ma così non è stato e alla fine l’ho trasformato mettendo comunque amore e passione su ciò che faccio.

Tutto iniziò all’età di 14 anni, quando ancora quasi bambina avrei voluto proseguire gli studi con un grande progetto: diventare professoressa di italiano.

Tutte le mie idee furono stoppate da mio padre che, irremovibile nelle sue idee e forse anche dalle possibilità economiche, mi vietò di poter studiare e per rincuorarmi mi regalò una macchina per orlare nuova.

Inizialmente fui molto triste nel dover riporre via il mio desiderio; poi piano piano, impegnandomi come cerco sempre di fare, imparai a fare l’orlatrice mettendo tutta la passione possibile per farlo bene.

Dopo aver scrupolosamente imparato l’arte del comporre tutti i pezzi che costituiscono una tomaia (perché questo è il significato di orlatrice), mi ritrovai a lavorare nel reparto tomaificio di un grande calzaturificio in cui lavoravano circa 40 ragazzine quasi tutte a me coetanee. Si creò subito un’atmosfera molto piacevole e instaurai delle belle amicizie che tutt’ora sussistono.

Ad oggi posso dire che sono stati anni molto belli, anche se si lavorava per molte ore.

Inizialmente svolsi lavori semplici di orlatura, ma con il passare del tempo mi specializzai sempre di più e mi assegnarono compiti sempre più importanti crescendo così anche professionalmente, fino ad ottenere un avanzamento di carriera diventando responsabile del reparto campionari (prototipia).

In principio avevo un po’ di apprensione essendo un lavoro di grande responsabilità, ma in poco tempo diventai brava ed esperta.

Era un ruolo che dava molta soddisfazione, dato che vedevo nascere sotto le mie mani tutte le nuove creazioni di scarpe a cui io davo sempre un tocco in più per migliorarle insieme ai collaboratori del reparto modelleria.

Poi ci fu uno stop per via della nascita delle mie due figlie; così per diversi anni mi ritrovai in casa a svolgere lo stesso tipo di lavoro e con lo stesso impegno ma tra pappe, pannolini e varie mansioni casalinghe.

Quando le piccole sono diventate ragazzine, la titolare dell’azienda mi ripropose di tornare a lavorare in ditta.

In un primo momento non avrei voluto accettare perché ero riuscita ad organizzare tutto così bene, conciliando lavoro e famiglia, che non ero così felice all’idea di dovermi privare anche di alcune libertà nel seguire la crescita delle mie figlie; ma me lo chiese così insistentemente e mi propose inoltre delle agevolazioni negli orari, che alla fine cedetti. Ritornai nel luogo dove avevo iniziato il mio percorso lavorativo e che mi aveva vista bambina, poi ragazza fino ad essere donna e madre.

Ripresi il ruolo da responsabile nel reparto campionari ma con qualche compito in più: oltre a gestire l’esecuzione dei vari modelli di scarpe, organizzavo e distribuivo il lavoro sia all’interno dell’azienda sia ai collaboratori esterni e spiegavo loro tutti i procedimenti e le lavorazioni da eseguire. Ero diventata la maestra esperta della calzatura.

La mia carriera è proseguita così sino al raggiungimento della mia pensione, tra tanto lavoro ma anche tante soddisfazioni. Certo non era il lavoro dei miei sogni ma lo è diventato con amore e passione nel cercare di fare sempre il meglio. Sono pienamente fiera di me stessa in tutto ciò che ho fatto perché ho insegnato ad altre persone il mestiere dell’orlatrice e ho lasciato in eredità tutte le mie nozioni riguardanti non solo il mondo della calzatura ma anche la mia personale esperienza da responsabile accumulata negli anni.

Non sarò stata docente di italiano ma ho formato figure specializzate nel settore calzaturiero e sono stata insegnante di mille altre cose non meno importanti.